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La Pokhara degli Hippie

Che impresa titanica arrivarci… dopo 15 giorni di cammino e 2 giornate di pullman (velocità media di marcia 10 km/h) tra strapiombi e frane finalmente un po’ di caldo e un po’ di “civiltà” (troppa), ma non si può avere tutto dalla vita.

Intanto in testa abbiamo solo due cose: birra e bistecche.

Dopo una doccia assolutamente necessaria ci dirigiamo, senza guardare in faccia nessuno, verso la tanto sognata “Everest Steak House”.

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La maggior parte della vita di Pokhara, turistica e non, si svolge attorno al lago Phewa. Lì puoi trovare tutto quello che cerchi, dai lodge (di vari livelli), ai ristoranti, ai negozi; è sia un buon luogo di arrivo sia di partenza per un trekking sull’Annapurna, ma è anche una location fantastica per passare del tempo perché è uno dei pochi posti al mondo ad offrire dei panorami così emozionanti in un ambiente sub tropicale. Lo sguardo si perde tra foreste e cime innevate, tra laghi e colline, e, anche se la quantità di attività turistiche e i procacciatori di clienti rovinano leggermente l’atmosfera rimaniamo comunque colpiti dall’ambiente che ci circonda.

Ma torniamo a parlare di bistecche… appena varchiamo la soglia del ristorante rincontriamo, con immenso piacere, il nostro amico lappone conosciuto a Kathmandu: Storm. Perché il Nepal è come un paesello, prima o poi ci si ribecca.

Ci sediamo al tavolo con lui ed una ragazza Indonesiana e tra una storia e l’altra scopriamo che ‘sto pazzoide fa’ la guida in Lapponia, ma non una guida qualsiasi, porta la gente in giro con le slitte trainate dai cani. Ci racconta delle ore passate ad osservare l’aurora boreale, del trivellamento manuale del ghiaccio per estrarre l’acqua per cucinare e delle notti gelate passate in tenda; rimango senza parole… pazzesco… dopo esserci fatti dare qualche dritta su Pokhara lo salutiamo, tanto sappiamo che ci rincontreremo.

Intanto ci gustiamo la nostra cena: un sottofiletto arricchito con “brown sauce”, uno con “garlic sauce” ed un terzo con “brandy sauce”. Le bistecche erano spesse 5 cm e accompagnate da patatine fritte ed insalata. Che bontà. Il tutto lo innaffiamo con 4 birre. Ragazzi che goduria. Una cena da mille e una notte dopo 15 giorni di riso bollito e verdure. (costo complessivo: 4000 rupie, 35 euro). Qui ci siamo trattati da signori, ma contando che per i monti abbiamo speso una media di 5 euro al giorno a testa ce lo potevamo permettere. Naturalmente dopo tutto questo ben di dio collassiamo.

Nei giorni successivi ci inoltriamo nella vita lungo lago di Pokhara, abbiamo bisogno di riposare e questo è il posto ideale.

Passeggiamo sulle sponde orientali in lungo ed in largo, ci fermiamo ad ammirare l’attività principale di questa zona, il parapendio, scopriamo la parte più a nord e così facendo mangiamo da “Sabina Momo” i migliori momo (ravioli) di tutto il Nepal (8 per 80 rupie, ripieni di patate e formaggio, pollo e cipolla e addirittura banana e snickers),P1020284~2~2

ci beviamo enormi frullati di frutta fresca (il mio preferito: cocco e papaia) per soli 200 rupie, ci uniamo ai nuovi “hippie” della zona, con loro passiamo alcuni pomeriggi tra costruzione di gioielli, momenti di giocoleria (con mio immenso piacere uso di nuovo le bolas infuocate, troppo tempo era passato dall’ultima volta) e terribili suonate di bonghi (che non fanno altro che farci tornare in mente la canzone “Parco Sempione” di Elio: piantala con ‘sti bonghi/così mi uccidi l’Africa/che avrà pure tanti problemi ma di sicuro non quello del ritmo).

Tra i cosiddetti nuovi “hippie” conosciamo anche un ragazzo italiano, Matteo, un dreddone di Brescia che si è trasferito da 5 mesi in una casa a 40 minuti di pullman da Pokhara. Ha affittato, con un suo amico che pratica parapendio, un nido con tanto di bananeto, piantagione di caffè e terreno coltivabile il tutto per 300 euro l’anno, in più lui stesso si è costruito un forno da pizza e una postazione per produrre i suo gioielli hand-made. Purtroppo scopriamo tutto ciò la sera prima di partire e non riusciamo ad andare ad assaggiare le sue famose pizze, ci accontentiamo della sua conoscenza… magari ci sarà un altra occasione.

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Vorrei tanto fermarmi molto più tempo in questo posto ma il tempo stringe e l’Holi si avvicina, quindi è tempo di salutare i nostri nuovi amici per dirigerci verso l’India. Varanasi vogliamo immergerci nei tuoi colori.

 

p.s.: Per arrivare alla stazione degli autobus prendiamo un bus (20 rupie) lungo lago all’altezza dell’Everest Steak House e in meno di mezz’ora ci troviamo direttamente sul pullman locale per Kathmandu (390 rupie). Non temete saranno 8 ore fattibilissime.

 

 

1 Comment

  1. che meraviglia di foto! e che voglia di quel bel frullato, cosi’ grande che ci puoi fare pranzo !!!

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