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Russia: LA RICETTA PER LA SERENITA’

C’era una volta, neanche troppo tempo fa, una coppia di ragazzi che viveva nella città centro energetico di magia bianca e magia nera. Nonostante tutte queste mistiche influenze il loro spirito, ancora immaturo, non trovava pace e serenità.

foto3Un giorno immersi nella lettura di un libro intitolato “Pietre e sciamanesimo” si lasciarono catturare dalla magia che circola in torno al lago Baikal, la famosa perla della Siberia; in modo particolare il loro interesse venne stimolato da uno sciamano che viveva sulla sacra penisola di “Holy Nose”.

Armati di coraggio decisero di partire per barattare i loro averi con la ricetta per la serenità dell’anima; scelsero di portar in dono oro, cibo (tra cui bresaola, grana padano e olio extravergine) e banconote…..

Giunsero così nella piccola cittadina di Ust-Barguzin, il posto più prossimo alla sacra penisola. Pur avendo trovato grosse difficoltà nel comunicare riuscirono a comprendere che per raggiungere il saggio sciamano ci sarebbe voluto un giorno di cammino ma nessuno fu’ disposto ad accompagnarli. All’alba, armati dei loro fardelli pieni di doni, partirono alla volta delle penisola, per intraprende il viaggio verso la serenità. Prima di imboccare il sentiero il loro sguardo cadde su due signori infreddoliti e affamati che elemosinavano cibo e attenzione, ma non gli diedero peso e proseguirono.

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Appena misero piede sulla mulattiera, ricoperta da foglie rosse e gialle ed immersa tra pioppi e betulle, si accorsero della magica atmosfera nella foresta… camminarono per ore prima di realizzare di essersi completamente smarriti, la bussola che possedevano non puntava più verso nord, era come se le leggi del campo magnetico si fossero totalmente sconvolte. Presi dallo sconforto si sedettero su una roccia e si credettero spacciati…ma come per magia due cagnoni spuntarono dalla boscaglia, uno bianco come la neve, l’altro nero come il carbone. Si avvicinarono ai due ragazzi e con gentile caparbietà li tirarono per i vestiti verso una direzione. L’energia che emanavano i due animali era così potente che i giovani non poterono fare altro che lasciarsi guidare… in quattro e quattr’otto uscirono dalla foresta e si ritrovarono su una chilometrica spiaggia ghiacciata.

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Ricaricati dell’entusiasmo che avevano perduto si misero in marcia sul nuovo sentiero; camminando camminando si trovarono ad essere circondati solo da acqua e sabbia, ma in lontananza cominciarono ad udire ululati, più i minuti passavano più si facevano
nitidi e vicini; in un battibaleno un branco di lupi inferociti li accerchiò. Nonostante la paura agirono con fermezza e rapidità ed abbandonarono il prezioso cibo che stavano portando in dono allo sciamano. Mai scelta fu più azzeccata: il branco prese di mira quello e li lasciò andare per la loro strada.

I due ragazzi ricominciarono a seguire gli animali guida, ma al calar del sole, il cielo si coprì di grigi nuvoloni e una fitta pioggia cominciò a cadere. La temperatura iniziava ad essere davvero rigida e, bagnati fradici com’erano, non sarebbero sicuramente sopravvissuti ad una notte all’addiaccio. I cagnoni li accompagnarono dentro una grotta, ma solo quel riparo non sarebbe mai bastato. I giovani dovettero riscaldarsi con l’unico materiale a loro disposizione: le banconote e a malincuore gli diedero fuoco. Due dei tre doni per lo sciamano erano andati perduti, ma per fortuna il più prezioso era ancora in loro possesso.

La mattina seguente gli animali guida scomparvero, ma senza perdersi d’animo i due si caricarono i bagagli, uscirono dal rifugio e, con immenso stupore, si accorsero che il paesaggio attorno era completamente cambiato, di fronte ai loro occhi non si trovavano più una spiaggia ed un lago sconfinato bensì una ripidissima e spaventosa montagna.

Non avendo scelta cominciarono a scalarla e, più si inerpicavano, più le pareti si facevano scoscese; a metà percorso dovettero arrendersi all’evidenza: abbandonare l’ultimo dono che si portavano appresso, ne andava della loro vita.

Lasciarono cadere lo zaino con l’oro giù per il dirupo e la risalita iniziò a farsi meno sfibrante. Giunti in cima non trovarono altro che due bastoni, quasi sembrava li stessero aspettando. L’ora iniziava ad essere tarda, allora scavallarono e cominciarono
la discesa. Gli oggetti rinvenuti sulla vetta furono utilissimi visto l’arduo pendio che dovettero affrontare. Ci volle un’intera giornata per svalicare la mantagna.

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Ai piedi della parete opposta si trovarono di fronte una fitta boscaglia e in un attimo la magia prese il sopravvento: i bastoni che tenevano saldi in una mano cominciarono a muoversi, per paura e stupore li lasciarono cadere e, come per incanto, i due pezzi di legno si trasformarono in serpenti. Strisciarono velocemente verso la fitta foresta ed i ragazzi elettrizzati,nonostante la stanchezza, ne seguirono le tracce.

Dopo pochi metri spuntarono in una piccola spiaggetta con al centro una pozza che emanava un forte odore di zolfo: era una sorgente di acqua caldissima. Stremati dall’interminabile viaggio abbandonarono la speranza di incontrare lo sciamano, si denudarono degli unici averi loro rimasti, si gettarono nella fonte e, proprio lì, seduti al caldo dopo l’estremo sforzo si resero conto di non essersi mai sentiti più liberi ed appagati…

E così un’altra magia avvenne: in un batter di ciglia si ritrovarono all’inizio del sentiero intrapreso. Allora, illuminati dall’ormai scoperta ricetta della serenità, lasciarono tutto ciò che possedevano alla partenza ai mendicanti a cui non avevano dedicato attenzione e per mano si diressero verso orizzonti lontani.

1 Comment

  1. Nulla delle cose terrene e’ indispensabile. il mastice per la serenita’ e’ l’amore !
    Bellissimo racconto Sara, piu’ che una fiaba una ricetta per una vita felice! Brava

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