La goccia perenne
Dopo la splendida località balneare di Listvianka partiamo per la volta dell’isola di Olkom, giusto per avere una visione a 360°. Per raggiungere la nostra destinazione saranno necessarie 4 ore e 30 minuti di mini bus (con cavalli selvaggi lungo il tragitto), 20 minuti di traghetto ed ancora 1 ora di strada sterrata. Successivamente scopriremo che tutta l’isola avrà solo strade sterrate simil montagne russe. Comunque parlando di prezzi l’intera corsa ci è costata 700 rubli, non trattabili, ma la medesima cifra viene pagata dagli stessi abitanti dell’isola.Come è ormai nostra abitudine arriviamo a destinazione con la luna già alta… Optiamo per l’ostello di Olga, snobbando onorevolmente la location più gettonata dai viaggiatori zaino in spalla (Nikita guest house) ma che fa’ capo a dei francesi… la nostra è gestita da tre signore gentilissime (2 delle quali si chiamano Olga)… Arrivando tardi ci facciamo dare una camera, ci prepariamo un riso bollito e via nel letto…. La sveglia il giorno dopo è leggermente traumatica….fa’ decisamente freddo… in più la struttura è organizzata come un campeggio selvaggio: bagni/latrine all’aperto, docce (calde) tra le verze e lavandini all’addiaccio… ma noi non chiedevamo di meglio per temprare il nostro fisico in previsione di un viaggio in Tibet nel mese di dicembre. Anto armatosi di tutto il suo
coraggio si doccia (che forza il mio guerriero), io mi lavo a mo’ di gatto, pezzettino per pezzettino.Usciamo e cominciamo ad orientarci nella piccolissima cittadina di Kushir. Affittiamo le bici (250 rubli) e facciamo un piccolo tour (5 ore massacranti) andando a curiosare prima le vicine e famose roccie dello sciamano e succesivamente ci spostiamo verso nord.
Rincasando, con mia grande gioia, per cena ci compriamo dei pelmeni che condiremo con una panna tipica loro (simil mascarpone). Appena torniamo all’ostello chiediamo a Olga la possibilità di usare di nuovo la loro cucina, lei ci risponde che normalmente non da’ quest’opportunità ma per noi farà un’eccezione. Con nostro stupore ed entusiasmo troviamo una cucina fornitissima, non troppo pulita, ma con addirittura dei leccapentole in silicone, pennelli di varie fatture, pinze, padelle e pentole di ogni genere… Mangiamo, ci godiamo le stelle per 5 minuti, causa freddo, prenotiamo la pensione completa per il giorno dopo e ci buttiamo sotto le caldissime coperte. (900 rubli pensione completa, 400 rubli solo posto letto in camera privata).La sveglia del giorno seguente è più eccitante, ci attende una colazione casalinga e una gita verso nord con un piccolo trekking annesso. Il primo pasto ci da’ le “giuste” energie per cominciare la giornata (torta salata di formaggio cipolla e pasta, tartine sommerse da scamorza e wurstel, pane burro e marmellata “house-made”, biscotti, il tutto innaffiato dal caldissimo tè), pronti per la nostra super giornata verso nord, una delle parti semi-deserte dell’isola.
Partiamo con un pulmino 4×4 mitico, indistruttibile e all’interno foderato per non battere le capocciate (identico a quello con cui siamo arrivati). Il nostro gruppo di avventurieri è composto dall’autista super local, da 3 ragazze inglesi che dopo Olkom si sarebbero dirette verso oriente senza limite di tempo, una giovane coppia di francesi bacchettoni e 3 russi: 1 donna sui 50 anni e 2 uomini che nell’arco di mezza mattinata si sono scolati 1 bottiglia di vodka (fortuna per noi che sono stati generosi nell’offrire). Durante il tragitto ci fermiamo ad ammirare un paio di spiagge lungo il Baikal, facciamo un paio di camminate di una ventina di minuti per immergerci nella bellezza dell’isola, passiamo una decina di capi, per l’una arriviamo alla punta più a nord e ci fermiamo per pranzare… Zuppa di Omul, carote e verza preparata in un secchio… posso solo dire: splendida location (“leggermente” ventilata), fantastico lo strumento per prepararci il pranzo e decisamente ottima la zuppa… Appena finito di rifocillarci ripartiamo verso le rocce dell’amore continuando con un breve trekking in vetta (900 mt) con discesa verso la spiaggia e pulmino… bellissima, selvaggia ma freddissima quest’isola.La sera le gentil signore, a parte sorprenderci in un momento di intimità, ci fanno trovare a tavola un super Omul in crosta di patate e carote….. il piatto riesce davvero trionfante.La mattina seguente decido di partire per la mia solita corsetta in Siberia, vado per lavarmi i denti e….. l’acqua del lavandino è completamente ghiacciata (faccio presente che non hanno l’acqua corrente ma i lavabi sono dotati di una vaschetta che viene riempita ogni tot)… comunque non mollo e parto per la mia corsa tra le strade polverose e le foreste del paese…. al mio ritorno io e Anto colazioniamo ed attendiamo l’arrivo del classico inarrestabile pulmino che ci riporterà nella civiltà ad Irkutzk… Verso le due la lasciamo questa selvaggia isola con la goccia al naso sempre presente…